L’ululone appenninico è uno degli abitanti della Riserva Naturale Acquerino Cantagallo. E’ un rospo di dimensioni contenute (meno di 6 cm), facilmente riconoscibile per la sua pelle rugosa e colorazioni vivaci: se la parte superiore del corpo è di tonalità bruna con macchie scure, la pancia è decorata da macchie gialle contornate da reticolature nero-azzurre.
La colorazione dell’ululone è il suo maggiore alleato: simile al fondo fangoso delle pozze, lo rende difficile da individuare dai predatori mentre, qualora si senta minacciato, può arcuare la schiena per mostrare il ventre giallo-azzurro come segno di difesa.
Dove potete avvistarlo?
L’ululone appenninico è molto sensibile alle modifiche ambientali, vive in una vasta gamma di ambienti naturali, ma predilige zone con piccole raccolte d’acqua temporanee e poco profonde, come pozze, fontanili o piccoli ruscelli, spesso esposti al sole. Questi ambienti umidi sono fondamentali per la sua riproduzione: pensa che l’ululone è noto per tornare ogni anno nelle stesse pozze. L’abitudine dell’animale e la necessità dell’ambiente specifico per la riproduzione comporta un rischio maggiore di perdita di intere popolazioni, qualora si violasse il suo habitat.
Curiosità
Sai perchè si chiama così? Il nome deriva dalla sua abitudine durante l’accoppiamento.
Il maschio, una volta trovato il luogo ideale per la riproduzione attira la femmina con un vero e proprio “canto”, debole e udibile solo a breve distanza e che ricorda un ululato. Da qui il curioso nome!
La riproduzione dura da aprile a ottobre, ma il picco avviene tra maggio e luglio. Le uova vengono deposte in piccoli gruppi (fino a 100) su vegetazione sommersa, e i girini, di solito meno di 1 cm alla nascita, affrontano un alto tasso di mortalità, principalmente a causa dell’essiccamento precoce delle acque.
L’ululone può vivere fino a 20 anni e, nonostante la sua fragilità, è un esempio affascinante di adattamento e sopravvivenza, che ci ricorda l’importanza di tutelare questi delicati ecosistemi.